Apparecchio dentale: le diverse tipologie e quando va utilizzato

Ortodonzia

Apparecchio dentale Dolomiti Dental Clinic Mirano Belluno

Ortodonzia e Apparecchio Dentale: Panoramica sulle Soluzioni per la Salute del Tuo Sorriso.

L’ortodonzia è ormai una branca di fondamentale importanza dell’odontoiatria, dato che si occupa di fornire ai pazienti la giusta strategia di risoluzione dello specifico problema odontoiatrico tramite l’applicazione dell’apparecchio dentale.

Negli ultimi decenni, il progresso tecnologico e scientifico ha migliorato gli strumenti dentali, fornendo ai dentisti le migliori strategie per risolvere i problemi dei pazienti. Tale innovazione tecnologica ha inevitabilmente toccato gli apparecchi dentali, rendendoli sempre più pratici nonché comodi da utilizzare e differenziandoli a seconda del tipo di trattamento da effettuare.

Pertanto, quali sono le principali tipologie di apparecchi sinora conosciute? Quando si rende necessario il loro intervento e come si articola il processo ortodontico che porta all’applicazione di tali apparecchi? Rispondiamo a questi quesiti fornendo una panoramica per ciascuno degli aspetti riguardanti tale argomento.

Riepilogo Articolo

Panoramica sulle Soluzioni
Quando viene usato?
Le fasi e gli obiettivi
Gli apparecchi fissi
Gli apparecchi mobili

 

Cos’è l’apparecchio dentale e quando viene usato?

L’apparecchio dentale, altresì noto come apparecchio ortodontico, è un dispositivo medico impiegato per risolvere alla radice o prevenire delle problematiche legate alla forma e alla crescita della dentatura. Il più delle volte, si ricorre all’ausilio degli apparecchi qualora si debba riallineare le arcate dentali, raddrizzare denti storti o sovrapposti, allargare il palato o correggere la chiusura della mandibola per assicurare una corretta masticazione e fonazione.

L’uso degli apparecchi dentali varia in base a molteplici fattori, come:

l’età del paziente

la sua storia clinica

la durata di applicazione dell’apparecchio

il tipo di utilizzo

le esigenze correttive

Dal momento che, ad oggi, esistono un gran numero di tipologie di apparecchi dentali, l’ortodontista deve necessariamente condurre un’analisi approfondita che vada ad esplorare a fondo la situazione dentale del paziente, al fine di garantirgli la giusta strategia risolutiva.

Tuttavia, il trattamento ortodontico non si limita alla mera applicazione dell’apparecchio: esso, infatti, implica una serie di fasi a seconda dell’età del paziente. Quali?

Le fasi e gli obiettivi del trattamento ortodontico

Nella pratica medica, è possibile suddividere il trattamento ortodontico in 2 macro-fasi:

prima fase, legata all’età evolutiva del paziente e corrispondente alla primissima permuta degli elementi dentari, fenomeno che avviene solitamente intorno ai 6 anni di età per concludersi ai 12 anni

seconda fase, la quale è indirizzata ai pazienti in età prepuberale, la quale avviene tra i 12 e i 14 anni, nel momento in cui la permuta degli elementi dentari infantili è completata, esattamente come lo sviluppo e il consolidamento dei denti definitivi appartenenti indifferentemente alle due arcate dentali

Ognuna delle fasi prevede l’inclusione di specifici obiettivi da raggiungere, per arrivare ad una crescita scheletrica adeguata e in linea con l’età del paziente.
A questo proposito, la prima fase ha come target primario il controllo legato alla permuta dentale e al suo corretto sviluppo, affinché sia libera da mal posizioni, sovraffollamento o inclusioni ossee.

In questa fase, infatti, vengono posti sotto la lente d’ingrandimento disturbi specifici, come le malocclusioni, le anomalie eruttive o le abitudini viziate sviluppate in età infantile. Se non corrette in tempo, tali malocclusioni possono gradualmente portare all’insorgenza di anomalie strutturali e funzionali del cavo orale, determinando interventi di maggior entità durante la seconda fase.

Nella prima fase, inoltre, viene posta l’enfasi sull’OPT (Ortopantomografia), esame strumentale radiografico che permette di analizzare la presenza di anomalie morfologiche. Che dire della seconda fase del trattamento ortodontico?
Essa, come detto, ha luogo subito dopo la permuta dentale completa, durante la quale l’ortodontista si occupa di risolvere eventuali malposizionamenti dentali rilevati, ricercando con attenzione anomalie riguardanti il corretto ingranaggio tra i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore.

Le tipologie di apparecchi dentali: gli apparecchi fissi

Gli apparecchi dentali si possono suddividere in 2 grandi aree, a seconda della loro funzionalità: esistono, pertanto, gli apparecchi fissi e quelli mobili. La prima tipologia, come fa denotare la denominazione stessa, include tutti quei dispositivi che si occupano di migliorare l’estetica e la funzionalità del sorriso del paziente senza essere rimossi.

In tale area sono annoverabili tutti quegli apparecchi che prevedono i cosiddetti brackets, attacchi in metallo o in ceramica che presentano una sorta di scanalatura nella quale scorre il filo ortodontico, attraverso il quale viene impressa la forza necessaria per ottenere lo spostamento dentale desiderato.

I brackets sono elementi versatili, dato che possono essere impiegati indipendentemente dall’arcata dentale di riferimento: tuttavia, qualora debbano essere indirizzati solo in una determinata area dentale, si parla di trattamento sezionale.

Tra gli apparecchi fissi si includono:

gli espansori del palato, che hanno il compito di colmare il divario formatosi tra mascella e mandibola nel caso in cui il palato presenti un restringimento anomalo

gli archi linguali o palatali, solitamente impiegati per mantenere invariato lo spazio di eruzione qualora i denti da latte siano stati persi a causa di traumi o carie

i brackets ortodontici, utilizzati per correggere una proiezione dentale troppo spiccata o per riallineare la dentatura

Bisogna considerare che un apparecchio fisso, in quanto tale, non può essere rimosso in nessun caso, neanche per mangiare o per lavare i denti; inoltre, il paziente che lo indossa deve prestare attenzione alla masticazione, onde evitare che i brackets si distacchino accidentalmente. Che dire degli apparecchi mobili?

Le tipologie di apparecchi dentali: gli apparecchi mobili

A differenza degli apparecchi fissi, quelli mobili possiedono la capacità di essere rimossi con facilità in base alle esigenze del paziente; tuttavia, devono essere indossati per almeno 15 ore al giorno, per permettere la correzione desiderata dell’anomalia dentale.

Tra di essi sono inclusi anche i cosiddetti apparecchi invisibili: di che si tratta?Sostanzialmente, essi non sono altro che dispositivi totalmente trasparenti che sfruttano una serie di allineatori e mascherine invisibili dall’esterno e in grado di offrire un grande comfort al paziente, sia in termini di praticità che di estetica. Tali apparecchi vengono adattati perfettamente alla dentatura del paziente grazie alla scansione digitale che egli effettua in fase di controllo ortodontico, in modo da far aderire perfettamente il dispositivo alle sue arcate.

Insomma, gli apparecchi dentali sono dei validi strumenti per correggere le anomalie dentali che colpiscono un gran numero di individui: avere ben chiare in mente le tipologie esistenti permette di ponderare meglio la scelta da operare insieme al proprio dentista di fiducia!