Ascesso Dentale: come nasce e come si cura

Igiene dentale, Prevenzione

Ascesso Dentale Dolomiti Dental Clinic Mirano Belluno

Ascesso Dentale: Cause, Sintomi e Trattamenti per una Patologia Orale Comune.

Le patologie a carico del cavo orale restano tra le condizioni patologiche più fastidiose e capaci di arrecare al paziente molteplici disagi e disturbi in grado di modificare la qualità della sua vita.

Molto spesso, infatti, alcune delle patologie dentali tolgono ore di sonno, privando la persona che ne soffre della corretta dose di riposo notturno, anche quando è attanagliata da un senso di stanchezza estrema.
Una di tali patologie è l’ascesso dentale: di cosa si tratta, qual è la sua eziologia, quali sono i sintomi e che dire dei rimedi terapeutici con i quali è possibile contrastarla?

Riepilogo Articolo

Cause e Sintomi
Definizione e tipologie
Cause e fattori di rischio
Sintomi, diagnosi e complicanze
Come viene diagnosticato
La cura

Definizione e tipologie

L’ascesso dentale è definito come un agglomerato di pus, materiale biologico che potrebbe comprendere una svariata moltitudine di organismi, come i batteri, i globuli bianchi, tracce di plasma o più semplicemente detriti cellulari.

Tale secrezione si origina a partire da un’infezione batterica avvenuta sotto traccia, la quale deriva dall’infiltrazione di colonie di batteri negli spazi interdentali, sulle gengive o perfino sull’osso sul quale è appoggiato il dente.

A seconda dell’area colpita, l’ascesso si divide in 2 tipologie:

ascesso parodontale, se si sviluppa sul parodonto, insieme delle principali unità anatomiche ubicate nel cavo orale, ossia gengiva, legamento o osso

ascesso periapicale, nel caso in cui colpisca la polpa, ossia la parte più profonda del dente, dando luogo a carie.

Che dire delle precise cause che portano all’insorgenza di un ascesso dentale?

Cause e fattori di rischio

Per chiarire le cause che portano alla formazione di un ascesso dentale, è bene innanzitutto premettere che il cavo orale umano ospita naturalmente una gran quantità di batteri i quali, in condizioni ben precise, possono creare una patina adesiva sulla superficie dentale, la cosiddetta placca batterica.

La presenza di tale condizione, corroborata da una scarsa igiene orale, potrebbe far proliferare i batteri e la loro produzione di acidi, capaci di danneggiare sensibilmente i denti e le gengive, sino a portare alla comparsa di carie o gengiviti.

L’insieme di queste situazioni dannose funge da naturale predisposizione all’ascesso dentale, ossia alla produzione di una sacca purulenta secreta dall’azione batterica.
Nonostante ci sia una forte componente genetica, tra le cause principali dell’ascesso dentale sono coinvolti molteplici fattori di rischio, tra cui:

una scarsa o scorretta igiene orale, la quale porta all’accumulo smodato di placca batterica, responsabile dell’avvio di infezioni

un consumo sbilanciato di alimenti o bevande pieni di zuccheri

interventi chirurgici dentali non propriamente riusciti o problemi odontoiatrici preesistenti, i quali fungono da principale accesso per la proliferazione batterica

presenza di bocca secca, accentuata dall’assunzione regolare di farmaci o dall’età avanzata

cattive abitudini, quali alcolismo e fumo, in grado di indebolire sensibilmente lo smalto dentale

indebolimento del sistema immunitario dell’organismo, a causa di malattie croniche come il diabete o le cardiopatie, piuttosto che trattamenti cortisonici o chemioterapici.

Sintomi, diagnosi e complicanze

Un ascesso dentale si presenta con precisi sintomi che non lasciano spazio a fraintendimenti di sorta.

Tra di essi si annoverano:

dolore intenso localizzato alla gengiva o al dente, generalmente ad esordio improvviso e in grado di peggiorare gradualmente

dolore otalgico, il quale si può irradiare anche alla mascella e al collo, data l’innervazione comune di tali distretti anatomici

dolore accusato in posizione supina che impedisce il regolare riposo notturno

dolorabilità al semplice tatto, che diventa insopportabile sotto pressione

rossore e gonfiore

alitosi e gusto sgradevole in bocca

sensibilità elevata al caldo o al freddo

infiammazione della gengiva circostante il dente colpito da ascesso

emicrania

ingrossamento dei linfonodi del collo o delle ascelle

Alcune volte, l’espansione dell’infezione potrebbe portare all’insorgenza di stati febbrili, oltre ad un malessere generale e all’estrema difficoltà nella masticazione, nell’apertura della bocca, nella deglutizione e nella respirazione.

Tuttavia, in alcuni casi, l’ascesso potrebbe andare incontro a rottura spontanea, fenomeno che avviene quando la tasca di pus si sgretola senza alcuna pressione esterna: questo evento potrebbe dare al paziente un certo sollievo dai sintomi, anche se non lo preclude dal consulto specialistico, dato che un improvviso miglioramento potrebbe essere sintomo di una necrosi del dente, condizione da accertare con il dentista.

Come viene diagnosticato un ascesso dentale?

Di norma, lo specialista odontoiatrico effettua innanzitutto un esame obiettivo volto ad avere un quadro chiaro della situazione dentale del paziente; successivamente, potrebbe richiedere degli esami strumentali finalizzati ad approfondire la situazione, come delle radiografie o delle tomografie computerizzate (TC).

Triste a dirsi, l’ascesso dentale potrebbe portare all’insorgenza di alcune complicanze di variabile entità, perlopiù dovute all’espansione smisurata dell’infezione batterica.

Essa potrebbe condurre a:

cellulite, infezione a carico dei tessuti cutanei e sottocutanei

trisma, ossia una contrattura dolorosa dei muscoli masticatori

impossibilità di deglutizione a causa del dolore e del gonfiore

elevata difficoltà nella fonazione

La complicanza più grave è sicuramente la sepsi, un’infezione generale dell’organismo che potrebbe mettere a repentaglio la vita, così come l’osteomielite, condizioni patologiche di seria entità che si manifestano specialmente se il paziente possiede un sistema immunitario piuttosto debole.

La cura

Per poter affrontare al meglio un ascesso dentale, è fondamentale ricorrere al parere del medico dentista il prima possibile, il quale sarà in grado di indirizzare il paziente verso la miglior strada terapeutica a lui più congeniale.

Tuttavia, in attesa della visita specialistica, è possibile assumere dell’ibuprofene o del paracetamolo per alleviare il dolore o per abbassare la febbre.
Inoltre, è bene assumere dei comportamenti adatti al problema, come evitare i cibi troppo caldi o freddi, consumare cibi che prevedano una breve masticazione, utilizzare uno spazzolino morbido e effettuare sciacqui con acqua tiepida salata per alleviare il gonfiore.

Va detto, tuttavia, che tutti questi rimedi sono palliativi, dato che alleviano i sintomi ma non curano la patologia alla radice.

Il consulto dello specialista, infatti, indirizzerà il paziente verso una terapia antibiotica o un piccolo intervento, come la devitalizzazione o il drenaggio della gengiva, in modo tale da far fuoriuscire il pus.

Solitamente, tali rimedi terapeutici sono ampiamente sufficienti per risolvere il problema alla radice; tuttavia, in alcuni casi, potrebbe essere necessaria un’estrazione del dente, specialmente qualora si sia verificata una necrosi.
Ad ogni modo, l’arma migliore resta sempre la prevenzione, la quale prevede una corretta e regolare igiene orale da effettuare dopo ogni singolo pasto, almeno 2 volte al giorno, in modo da tenere i propri denti in uno stato di salute ottimale.

Insomma, l’ascesso dentale è una patologia a carico del cavo orale ampiamente evitabile grazie a una buona pulizia dei denti: farlo regolarmente e in modo corretto costituisce un’ottima opzione per scongiurare l’insorgenza del problema!